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Osvaldo Pugliese

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Osvaldo Pedro Pugliese nacque a Buenos Aires, nel Barrio di Villa Crespo, il 2 dicembre 1905. Il padre Adolfo, operaio in un calzaturificio, fu un flautista dilettante nei quartetti del suo quartiere che eseguivano tango, mentre i due fratelli maggiori di Osvaldo, Vicente Salvador “Fito” ed Alberto Roque, studiarono il violino. In questo panorama familiare, con il padre ad impartirgli i rudimenti del solfeggio, anche il giovane Pugliese iniziò i suoi studi musicali partendo proprio dal violino. Ben presto però abbandonò l’archetto per rivolgersi al pianoforte che attrasse la sua totale attenzione e passione.

 

Fino al 1920 fu impegnato negli studi al conservatorio Odeón , dove perfezionò anche le basi dell’armonia, del contrappunto e della composizione con i maestri Andrea D’Agostino, Vicente Scaramusa, Isaac Tennesoff, Pedro Rubione e Pedro Aguilar.

 

All’età di 15 anni iniziò la sua carriera professionista nel locale Café de La Chancha, così chiamato dagli avventori alludendo alla scarsa igiene del proprietario.

 

Nel 1921, mentre già si trovava in un conosciuto caffè del centro di Buenos Aires, aggiunse al suo conjunto la prima donna bandoneonista che conobbe il tango, Francisca “Paquita” Bernardo, insieme ai violinisti Elvino Vardaro e Alcides Palavecino, al flautista Miguel Le Duca ed al batterista Arturo Bernardo. Due anni più tardi, debuttò come pianista di musica classica nella trasmissione radiofonica nell’emittente Radio Cultura.

 

Continuando nella sua brillante scalata verso il successo, Pugliese si aggregò nel 1924 al quartetto di Enrique Pollet, insieme ai violinisti Emilio Marchiano e Luis Marischi. In seguito passò nella famosa orchestra di Roberto Firpo, e nel 1927 divenne pianista dell’orchestra del gran bandoneonista Pedro Maffia, da cui si svincolò, insieme al violinista Elvino Vardaro, per  formare un Sexteto a nome di entrambi, che ebbe molto successo, ma del quale non si sono conservate registrazioni.

 

Integrarono quella formazione Alfredo De Franco, Eladio Blanco, Carlos Campanone e Alfredo Corleto. Il debutto al Café Nacional coincise con l’inizio di un lungo tour attraverso l’Argentina che i due artisti intrapresero poco dopo. Pugliese e Vardaro erano accompagnati dal poeta Eduardo Moreno, in qualità di loro rappresentante/responsabile, lo stesso che fu autore del testo del celeberrimo tango Recuerdo composto dallo stesso Osvaldo Pugliese ed inoltre,  proposta da Moreno stesso, dalla cantante Malena de Toledo (la musa di Homero Manzi). Il tour si rivelò un vero e proprio salasso economico, al punto che Vardaro dovette impegnare il suo arco Sartoris per pagare il viaggio di ritorno. Abbandonato dal violinista Vardaro, Pugliese presto fu affiancato da un altro violinista, Alfredo Gobbi, formando un orchestra di cui un bandoneonista era il giovanissimo Aníbal Troilo, con Luis Díaz come cantante. Questa esperienza durò pochi mesi, durante i quali Pugliese definì il suo primo repertorio da proporre in un paio di locali. 

 

Successivamente diede vita a due formazioni, in primo luogo con Gobbi e presto con Vardaro, per esibirsi in trasmissioni radio. Durante lo stesso periodo accompagnò al piano i cantanti Adhelma Falcón e Charlo. Nel 1934, quando il bandoneonista Pedro Laurenz – ex di De Caro e di Maffia – formò la sua orchestra, Pugliese ne occupò il piano, occasione in cui scrisse i suoi primi arrangiamenti su un paio di tanghi, fra cui La Beba. Nel 1936 si integrò nel conjunto il bandoneonista Miguel Calò, ancora arruolato nella corrente “decareana”, ed in questo modo formò le sue idee estetiche sul tango. Fino al 1938 fondò nuovi raggruppamenti che non si consolidarono e provò senza successo a costituire una cooperativa di lavoro, come espressione delle sue idee comuniste.

 

Il completo delineamento del suo stile di tango iniziò l’11 agosto del 1939 quando comparì ancora al Café Nacional. Amadeo Mandarino fu il cantante della sua orchestra al debutto. Dopo un certo tempo riformò il conjunto, questa volta con Augusto Gauthier come cantante. Pugliese era direttore, pianista ed arrangiatore di questo raggruppamento che fu, questa volta sì, organizzato come una cooperativa. Da un caffè del barrio di Villa Crespo arrivarono alla radio più importante del momento, Radio El Mundo, seguito da un’importante cerchia di fan, composta da fanatici del suo stile e da seguaci del Partito Comunista.

 

La continuità nel lavoro gli permise di affinare il suo concetto, appoggiato dai suoi compagni come il contrabbassista Aniceto Rossi, tanto importante nel dargli l’approccio ritmico di cui necessitava. Fondamentale fu il  bandoneón di Osvaldo Ruggiero, che rimase con Pugliese fino al 1968, profondamente legato al suo direttore. Ed altrettanto può dirsi del violinista Enrique Camerano, nato – dice qualcuno – per suonare con Pugliese. Camerano si era affermato come il maggior esponente dello stile decareano, ma con una rotonda cadenza ritmica, attrattiva per il ballerino senza per questo sacrificare la qualità.

 

Di somma importanza per l’orchestra di Osvaldo Pugliese nelle registrazioni del 1943 fu la presenza di Roberto Chanel, cantante forte, dalla voce nasale e dallo stile “compadrito”, che eseguì 31 incisioni. Cercando una voce contrastante, Pugliese incorporò in seguito Alberto Morán, drammatico e sensuale, di rara attitudine per la media voce ed in perfetta sintonia con l’accompagnamento orchestrale. La sua attrattiva verso le donne non fu eguagliata da nessuna altro cantante. A carico di Morán si contano 48 opere registrate. Appena 8 ne registrò a sua volta, tra il 1949 ed il 1950, Jorge Vidal, un’altra delle voci importanti nella storia di questa orchestra. Tra i cantanti che seguirono spiccarono, seppur con repertori di qualità irregolare, Jorge Maciel e Miguel Montero. 

 

Negli anni ’40, Pugliese registrò alcuni temi strumentali propri con i quali si collocò all’avanguardia. E’ il caso di La Yumba (che si trasformò nell’inno della sua orchestra), Negracha e Malandraca. Altri importanti tanghi scritti dal maestro furono il menzionato Recuerdo, e La Beba, Adiós Bardi, Recién, Barro, Una Veze, Cardo y malvón e El Encopao.

Per anni, all’orchestra di Osvaldo Pugliese fu impedita la radiodiffusione, come mezzo di censura politica, ma ciò non riuscì a diminuirne la popolarità né le esecuzioni, che continuavano ad essere possibili anche se privi del direttore, dopo che Juan Domingo Perón lo fece imprigionare. Innumerevoli i riconoscimenti da lui ricevuti a Cuba, in Francia e nella sua Argentina fino alla sua morte, giunta nella sua Buenos Aires il 25 luglio del 1995 all’età di 94 anni.

Testo liberamente tradotto ed integrato partendo dai contenuti di TodoTangoTanguear.it e La historia del tango vol.3” di Roberto Daus

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